Luce ed Oscurità

Scheda opera

Luce ed Oscurità · codice opera 2Y3E

Dati tecnici

anno2023
data di acquistoacquisito in portafoglio
valore corrente stimato in €consultare la Tabella dei Prezzi aggiornata
identificazione del soggettodipinto astratto/opera ricostruttivista
materiali e tecnicheolio su tela/tecnica mista/opera materica
misure in centimetri cm80 x 60 x 1,8
iscrizionifirma autografa
tecnica di iscrizioneolio
posizione dell’iscrizionesul retro/in basso/a destra
trascrizioneValvo
certificato di autenticitàemesso contestualmente alla vendita
multipli d’artenessuna stampa emessa
stato di conservazioneopera intatta
localizzazione dell’operaRoma · Italia
diritto d’autore© tutti i diritti riservati · globale · S.I.A.E.

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Raisuli Oimar Tancredi Valvo · Luce ed Oscurità · 2023 · Picture 0 · © All rights reserved S.I.A.E.
Luce ed Oscurità · codice opera 2Y3E

Descrizione opera

Luce ed Oscurità

夜晚閃耀著黑暗的黑暗反射
(Yèwǎn shǎnyàozhe hēi’àn de hēi’àn fǎnshè)
“La notte brilla degli oscuri riflessi del buio”.
L’iscrizione in ideogrammi, sul lato destro dell’opera.
Dunque, la notte brilla, ma di luce propria.
L’ambiguità.
L’ambiguità permea letteralmente quest’opera, da un capo all’altro della tela pittorica.
Come può la fase notturna brillare?
E, soprattutto, come può essa risplendere di rifrazioni oscure? Di luminosità spontanee.
L’artista, qui, non fa certo ricorso al principio del non-senso. Del procedere per assurdo.
Né alla gratuità dell’espressione in sé.
E allora, dunque, qual’è il senso profondo di siffatta iscrizione? Qual’è il senso dell’opera stessa?
La decifratura dell’opera appare, a primo impatto, indubbiamente ardua. Tutt’altro che immediata.
Lo stesso ideogramma: “ 光 ”(Guāng), ovvero “La luce”, localizzato nella parte alta e centrale della tela, è raffigurato in nero. Non in bianco: il colore della luce per antonomasia.
Il lavoro è pertanto criptico. Criptato.
L’incrostazione materica presente al centro, nella metà bassa dell’opera, è una quadratura dalle tonalità biancastre. Essa si irradia nello spazio pittorico disponibile. Trattasi di quadratura materica piena. La tonalità interna è grigia. Dunque, nel mezzo tra luce ed oscurità.
La medesima tonalità si irradia dall’estremità superiore sinistra della tela, quasi a contrastare il colore cupo del fondo stesso dell’opera. Tuttavia, tale irraggiamento, è per definizione mediano. È nel mezzo. È un irraggiamento grigio. Non bianco. Potremmo quasi definirlo un “non punto di luce”. Un “non riflesso”. Campiture materiche nere, nella fascia superiore dell’opera, sovrastano la composizione, sovrapponendosi alle pennellate grigiastre e discendenti. Una strisciata materica verticale, sul lato destro, accompagna l’iscrizione principale e pare alzarsi verso l’alto. È biancastra, grigia, con contaminazioni nerastre. Una campitura piatta, nera e bianca, è inquadrata, in bianco, nell’area centrale destra. Una campitura irregolare e materica, grigio-biancastra, appare invece sulla sinistra, accompagnata da ridondanze di essa, sparse qua e là, nel corpo dell’opera. Un’ulteriore strato materico nero, in basso a destra, è concomitante alla strisciata verticale biancastra.
Quest’opera è un rebus. Parrebbe sottintendere lo svolgersi di un conflitto cromatico nonché ideale tra luci ed ombre. Ma, presumibilmente, il carattere dominante del lavoro è costituito da una pacifica e placida affermazione di un’ambiguità di fondo.
Il quieto svolgersi del chiarore lunare durante la fase notturna?
Ma questa è un’opera notturna. Non lunare.
Le implicazioni filosofiche e culturali del lavoro sono evidenti.
La dualità stessa. Il sottile e sotterraneo contrasto tra aspettative ed ambizioni. Tra aspetto e sostanza.
L’opera è un chiaro riferimento alle recenti rivendicazioni del Governo Cinese sul territorio di Formosa e degli arcipelaghi di Penghu, Kinmen e Matsu: ovvero lo Stato insulare di Taiwan.
Il dipinto ha dunque forti implicazioni autobiografiche e sembra suggerire una pacata e fredda osservazione dello svolgersi dei fatti, più che una netta presa di posizione in merito. Quasi il dispiegarsi, puro e semplice, di un fatto di cronaca.
Serpentine bianche e nere si insinuano in alto e in basso. Ve ne è anche una mista ed allungata che corre su tutta la costola destra della tela. Un altro elemento ricorrente nell’autore, la “X”, appare in basso a destra dell’incrostazione materica principale ed impedisce la chiusura della forma circolare sottostante.
Alla luce dei fatti, dall’opera traspare, in realtà, una certa drammaticità di fondo. La lucida consapevolezza di fronte a ciò che è evidente. La narrazione pura. Il prendere atto di uno stato di fatto. La coscienza dell’inesorabile e tacito soffocamento di un prolungato anelito indipendentista.

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