Scheda opera
Dati tecnici
anno | 2023 |
data di acquisto | acquisito in portafoglio |
valore corrente stimato in € | consultare la Tabella dei Prezzi aggiornata |
identificazione del soggetto | dipinto astratto/opera ricostruttivista |
materiali e tecniche | olio su tela/tecnica mista/opera materica |
misure in centimetri cm | 70 x 50 x 1,8 |
iscrizioni | firma autografa |
tecnica di iscrizione | olio |
posizione dell’iscrizione | sul retro/in basso/a destra |
trascrizione | Valvo |
certificato di autenticità | emesso contestualmente alla vendita |
multipli d’arte | nessuna stampa emessa |
stato di conservazione | opera intatta |
localizzazione dell’opera | Roma · Italia |
diritto d’autore | © tutti i diritti riservati · globale · S.I.A.E. |
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Descrizione opera
Taipei, Centro Città
L’opera è un omaggio alla capitale taiwanese, in cui l’artista si recò dal 2007 al 2009. Rispetto alla calma bucolica delle zone rurali di quest’isola, qui l’accento è posto sulla frenesia del traffico cittadino, proprio dei centri urbani. Sulla modernità delle infrastrutture e sulla vitalità del popolo taiwanese.
L’artista ha detto: “Non ho mai provato malinconia più struggente di quella che avvertii nel lasciare Taipei al mio rientro in Italia. Una città fatta di sole, di sapori, di profumi che si diffondono in ogni anfratto e che si percepiscono costantemente quando si cammina in strada. Una città fatta di colori, di suoni particolarissimi ma, soprattutto, fatta di persone uniche al mondo.”
Il lavoro rimanda per alcuni aspetti ad un altra opera dell’artista: “Caos Urbano”, del 2023, in cui per l’appunto viene dato risalto ai dinamismi metropolitani di inizi ‘900. L’opera è inoltre correlata a: “Luce ed Oscurità”, sempre del 2023, in cui viene affrontato il tema delle tese relazioni tra il Governo di Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese.
Le grafie simboliche, tipiche dell’autore, emergono dalla tela in modo pronunciato. La struttura grafica, in tal senso, ricorda la tecnica della laccatura cinese, per mezzo della quale gli strati superficiali delle incisioni risaltano rispetto a quelli più bassi, mediante la raschiatura del materiale esterno. Le trasparenze cristalline e l’elevatissimo grado di albedo luminosa evocano inoltre la struttura fisica delle sculture orientali in giada rossa. La specifica elezione cromatica, a mantello rosso, funge da filtro, attenuando fortemente tutte le tonalità sottostanti eccetto il nero, che risalta grandemente conferendo, congiuntamente al rosso, il carattere dominante della composizione. A tal riguardo, l’opera presenta molteplici accezioni. Nel caso di specie: accezioni politiche, culturali, antropologiche, sempre e comunque in chiave pittorica. A titolo esemplificativo è possibile citare la produzione pittorica moderna del cinese Qí Báishí, nelle cui opere, infatti, è presente non solo un’evidente dominante bicromatica ma anche e soprattutto una determinata gradazione del colore verso la trasparenza e lo sfumato. Un aspetto che ritroviamo, in un certo senso, anche in “Taipei, Centro Città”. Per analoghi motivi, connessi alla struttura e al cromatismo, quest’opera ricorda alcuni elementi della produzione di Wu Shan Zhuan, appartenuto al cosiddetto Movimento ’85, nella Repubblica Popolare Cinese, che si richiamava al Dadaismo, in particolare a Marcel Duchamp, nonché alla pop art americana e all’arte d’azione contemporanea. Tale movimento fu soggetto ad una massiccia repressione da parte del governo cinese, che bollava l’arte come “fenomeno borghese”, sopravvivendo tuttavia negli anni e contribuendo anche alle proteste di Piazza Tienanmen, nel giugno 1989.
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